Cos’è la bellezza? “Il bello è tutto ciò che gli uomini chiamano bello”, scrive Umberto Eco ammettendo tutte le sue incertezze di fronte alla relatività di questo concetto, lunga quanto l’intera storia dell’uomo.
Sono tanti gli elementi che si sono incrociati nel tempo, e che hanno ridefinito di volta in volta i criteri della sua definizione. Tra questi, la luminosità è sicuramente un attributo per tradizione legato al bello. Irradiata dall’alto o già presente all’interno di oggetti, luminosi in sé in quanto belli, compenetrata nel colore tramite le vetrate delle cattedrali gotiche, rutilante nei testi mistici di Hildegarde di Bingen, la “claritas” è stata soprattutto elemento costitutivo del Paradiso dantesco.
Qui le visioni di luce sfolgorano e convertono l’uomo di fede dal peccato alla grazia, dalla selva oscura alla beatitudine luminosa.
Anche per noi, la ricerca di una nuova luce è stata il filo conduttore del nuovo atto de La Terra Matta. Con La Cattedrale Verde abbiamo riconosciuto nell’arte lo strumento per costruire una visione nuova, capace di regolare la convivenza tra gli esseri viventi in una terra devastata dall’incuria dell’uomo, aggredita dalle calamità e che in quest’estate torrida è circondata dagli incendi che divorano i campi rinsecchiti e abbandonati.
Bellezza, per noi, è stato vedere l’incontro tra donne e uomini di nazionalità diverse. Insieme, in un territorio considerato a torto periferico, elevato a ombelico del mondo in cui sia possibile capace proporre una riflessione innovativa e universale che parli di rigenerazione e di abitare sostenibile inteso come diritto di tutti gli esseri, umani compresi, a condividere lo stesso pezzetto di terra.
Per più di una settimana si è lavorato intensamente tra l’uliveto pubblico del Parco Paduli e la chiesa di San Solomo a Botrugno. Ragazzi e ragazze del Salento insieme a persone dalla Somalia e dalla Costa d’Avorio, Canada, Camerun, Germania, Argentina, Nigeria e Mali.
Anna Louise Bradley, Andrea Cappiello, Andrea Malagnino e Leonie Meisel del collettivo internazionale di giovani architetti e urbanisti 20XX, con il supporto di Valeria Cazzetta, hanno coordinato gli studenti della sezione di design del Liceo Artistico Nino della Notte di Poggiardo in alternanza scuola-lavoro seguiti dalla professoressa Tutor Addolorata Afrune, dal professore Luca Marsano e dalla professoressa Ester Elia.
Aurora Verri, Gabriele Ruggeri, Miriam Marzo, Benedetta Fedele, Cosimo Gabriele Longo, Divya Massaro, Gaia Esposito, Nicole De Benedetto, Rebecca Desantis, Sofia Papaleo hanno attraversato uno spazio ludico-creativo per realizzare un affresco visionario e collettivo sull’abitare futuro nel Parco Paduli. I risultati sono in esposizione al museo Miab di San Cassiano con l’allestimento “Parco Paduli dal 2025 al 2200. Come vivremo insieme, umani compresi”.
Gli artisti Oscar Dominquez e Matteo Lucca hanno invece lavorato nell’Uliveto Pubblico. Insieme agli studenti di architettura dello stesso Liceo seguiti dal professore Tutor Guerino Ferraro: Alessandro Giannuzzi, Alex Romano, Annalisa Accogli, Aurora Rizzello, Chiara Mamone, Francesca Danieli, Giorgia Verri, Maria Elisa Caroppo, Mattia Calcagnile, Sarah Domenica Mangia, Veronica Defrancesco, Noemi Accogli; con Firdaws, Fihiima, Nourah Silver, Fatou Guisongi, Halima e Patricia; Friday, Amadou, Cyril, Jama e Amadou, rispettivamente beneficiarie e beneficiari dei programmi d’accoglienza Sai – San Cassiano curati dalle cooperative Ad Astra e Rinascita affiancati dalla mediatrice culturale Martina Resta, e con gli amici Debora De Massimo, Ilario Fanciullo, Marco De Mitri, Ilenia Cotardo, Giorgia Montagna, Chiara Simeoni, Giacomo Cavalera, Bianca Polimeno, Stefania Semeraro, Maria Albrizio, Giusy Cipiccia, Laura Panese, Maurizio Pedone, Cristian Vetri e Fabio Pedone che hanno preso parte al workshop.
Ringraziamo la dirigente scolastica professoressa Anna Lena Manca per averci dato la possibilità di attivare un programma di alternanza scuola-lavoro con il Liceo.
Un ringraziamento a Lucio dell’azienda agricola Antonio Negro, perché ha messo a disposizione mezzi, manodopera e soprattutto pazienza per fornirci i (non pochi) materiali di cui abbiamo avuto bisogno. A Giovanni Ruggeri, per la temeraria attività di trinciatura delle ramaglie. A Simone Negro e Radice Aps per l’aiuto nel montaggio dei teli ombreggianti, all’associazione Terrikate di Nociglia per il prestito del gruppo elettrogeno. A Rocco, per le albicocche e l’anguria fresca. A tutti coloro che sono venuti a trovarci, anche solo per un saluto.
La Cattedrale Verde è un nuovo rifugio per uomini e bestie. Con le piantumazioni che la completeranno nel prossimo autunno diventa il nostro manifesto politico di una nuova visione del mondo, dove l’atto dell’agroforestare risulta essere la primaria forma di rigenerazione del territorio. All’ombra dei suoi rami intrecciati, cucire un abito fatto di natura ci ha portati a riconnetterci in un legame forte con l’ambiente circostante. Dove il vestito è il primo modo con cui abitiamo il nostro corpo.
Un atto collettivo di cura e di amore, “che move il sole e l’altre stelle”.